Lettera di marzo dell’anno 2020
Un saluto affettuoso a te che leggi questa lettera.
A distanza di appena un giorno è necessario che pubblichi nuovamente la lettera alla comunità, per aggiornare le parti che sono state interessate dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo e le conseguenti disposizioni del Vicario della Diocesi di Roma.
La situazione, che stiamo vivendo a causa del diffondersi della malattia chiamata COVID-19, ci chiede di dare una forma del tutto inattesa al cammino di conversione della quaresima.
Siamo sollecitati a dare il nostro contributo al bene comune, con un’attenzione particolare alle persone più deboli. La tentazione è quella di ritirarci per proteggere noi e le persone a noi care. Ma a ben guardare si può non solo essere attenti a non favorire la trasmissione del virus per il bene nostro e di tutti, ma anche crescere nella solidarietà con il prossimo. Ci sono le persone anziane e quelle che hanno meno difese; le persone spaventate e quelle che sono ancora più sole del solito; chi non sa più come organizzarsi con i figli e chi non sta lavorando; ci sono poveri che vedono ridotti gli abituali punti di appoggio e … . Quante visite il Signore ci sta facendo attraverso le nostre sorelle e i nostri fratelli e quante chiamate a uscire da noi stessi e ad aprirci. Con fantasia e iniziativa possiamo raggiungere le persone, se non di persona, almeno con il telefono e gli altri mezzi che abbiamo a disposizione.
Sabato scorso don Angelo, il Vicario, ricordava alle équipe pastorali, raccolte in cattedrale, tre chiamate che il Signore ci rivolge: a) incontrare le persone che abitualmente non incontriamo, prendere l’iniziativa, fare il primo passo; b) attivare con loro una relazione di dialogo, che permetta di ascoltare le loro storie di vita, coinvolgersi con il cuore nella vita degli altri; c) esercitarsi nell’ascolto contemplativo, cioè cercare la presenza e l’azione di Dio nella vita delle persone. Con tutte le limitazioni che stiamo vivendo, questo ascolto si può realizzare maggiormente in un tempo in cui per molti di noi la giornata si è fatta meno concitata.
Che non sia questa l’elemosina per la quaresima di questo anno?
Fino al 3 aprile la nostra preghiera perde del tutto la forma comunitaria. Infatti nelle chiese di tutta Italia le comunità non si incontreranno per celebrare l’Eucaristia, neanche la domenica, e non celebreranno nessun rito nella forma comunitaria, neanche i funerali. Come presbiteri riteniamo di dover condividere questo digiuno con la nostra comunità e non celebreremo messe da soli o tra di noi. Siamo solidali con il popolo di cui facciamo parte.
Stiamo vivendo qualcosa che nessuno di noi ha mai vissuto in Italia. Se ci mettiamo in ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa, sapremo cogliere anche in questo tempo un’opportunità. Chissà che non apprezzeremo di più ciò che da sempre abbiamo a portata di mano, a differenza di tante altre chiese.
In questa quaresima, privati della celebrazione della comunità, cercheremo con più desiderio l’incontro personale con Dio nella preghiera. Attraverso Osea Dio disse al suo popolo: la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Dio ci offre un tempo favorevole per tornare ad essere sua sposa innamorata. In questo incontro potremo portare davanti al Padre il disorientamento e il timore della nostra società, ma anche la sofferenza delle popolazioni che patiscono duramente la guerra, la carestia e per sopravvivere sono costrette a lasciare la loro terra e a mettersi in viaggio. Non chiudiamo gli occhi su queste grandi sofferenze.
C’è poi l’ascolto della parola di Dio. Se non ci è possibile al momento incontrarci in gruppo in parrocchia per ascoltarla, possiamo farlo ritirandoci quotidianamente in uno spazio personale. Da domenica scorsa sui tavolini in chiesa potete trovare il calendario delle letture bibliche per ciascun giorno di quaresima.
Possiamo anche ascoltare la parola di Dio con i nostri familiari e per questo in chiesa c’è anche una traccia con il semplice metodo di Vigan, che permette a tutti di ascoltare la parola di Dio in piccolissimi gruppi senza il bisogno di una guida. Un impegno limitato al tempo di quaresima e per mezz’ora alla settimana è veramente possibile a tutti coloro che hanno questo desiderio.
Venerdì scorso, don Angelo De Donatis ha scritto:
Carissimi,
vi scrivo al termine degli esercizi spirituali con la curia romana ad Ariccia. In questi giorni di preghiera e di silenzio, ho sentito forte il grido della nostra città, dell’Italia e del mondo, in questo momento particolare che stiamo vivendo. È una situazione a cui non siamo abituati, che ci preoccupa, ma soprattutto ora siamo chiamati a vivere con la forza della fede, la certezza della speranza, la gioia della carità.
Mettendoci in ascolto della Parola di Dio di ogni giorno, vogliamo leggere questi tempi con i Suoi occhi, aiutando le nostre comunità a tornare a Lui, a riscoprire ciò che è essenziale, a ritrovare il gusto della preghiera. Sono questi i giorni in cui infondere speranza, in cui trasmettere fiducia, in cui metterci in ginocchio per intercedere per il mondo. Penso all’intercessione della regina Ester per la salvezza del suo popolo (cfr. Est 4,17) e all’insegnamento di Gesù sull’efficacia della preghiera (cfr. Mt 7,7-12). Questa forza la sperimentiamo in particolare quando siamo consapevoli delle nostre debolezze, delle nostre fragilità, del senso di smarrimento che avvertiamo davanti all’imprevisto e all’ignoto.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7). Chiedere è l’atteggiamento del mendicante che ha bisogno di ricevere dagli altri ciò che non può ottenere con le proprie forze. A Dio chiediamo ciò che non possiamo procurarci da soli: il soffio della vita, il perdono, la pace interiore, la salvezza. Cercare indica un movimento, un darsi da fare per avere prima di tutto “il Regno di Dio e la sua giustizia” (cfr. Mt 6,33), certi che Dio provvederà per ciò di cui abbiamo bisogno. Bussare è desiderare di entrare nell’intimità del Padre, cioè nella Sua volontà, attraverso la porta della misericordia che è Cristo stesso.
Il Centro per la Pastorale Sanitaria, dall’inizio dell’anno, invita a celebrare ogni mese, il giorno 11, la giornata mensile del malato. Vista la necessità del momento, in comunione con il Consiglio Episcopale, chiedo a tutti i cristiani di Roma, di offrire una giornata di preghiera e di digiuno, mercoledì 11 marzo 2020, per invocare da Dio aiuto per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. Lo stesso giorno presiederò una Santa Messa dal Santuario del Divino Amore alle 19 che vi invito a seguire in diretta su Telepace (canale 73 e canale 515 di Sky) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.
Pregheremo per quanti sono contagiati e per chi si prende cura di loro; e per le nostre comunità, perché siano testimonianza di fede e di speranza in questo momento.
Oltre al digiuno, rinunciando ad un pasto, vogliamo essere vicini, con un segno di elemosina, raccogliendo delle offerte che devolveremo a sostegno del personale sanitario che si sta spendendo con generosità e sacrificio nella cura dei malati (le offerte si potranno consegnare al Centro per la Pastorale Sanitaria del Vicariato).
Affidandoci a Maria, Madre del Divino Amore e Salute degli infermi, Vi benedico.
In seguito alle disposizioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Conferenza Episcopale Italiana e del Vicario della nostra diocesi, per tutto il mese di marzo la nostra vita parrocchiale è ridotta al minimo.
Ci sono in parrocchia le persone che fanno il servizio della accoglienza; la chiesa rimane aperta per la preghiera personale dalle 6:30 alle 22:00; celebriamo la Riconciliazione delle singole persone nelle forme consuete: con me ogni martedì (9:30-12:30 e 16:00-19:00) in chiesa e con gli altri presbiteri per appuntamento; portiamo la Comunione ai malati rimanendo alla distanza che la prudenza richiede; tutti siamo invitati a farci prossimi alle persone sole, perlomeno attraverso il telefono; il Centro di ascolto Caritas è attivo e incontra le persone per appuntamento, come al solito. Tutti gli appuntamenti di gruppo sono sospesi.
Buon cammino.