San Fulgenzio,
Roma, 3 aprile 2022
Carissimi,
ci stiamo avvicinando ormai al centro dell’anno liturgico: il triduo del Signore morto e risorto per noi, centro della nostra fede. Quest’anno, mentre ci stiamo adattando a convivere con il covid 19, che grazie ai vaccini ci fa meno paura, la Pasqua ci raggiunge in un tempo denso ancora una volta di dolore e di preoccupazione, a causa della guerra in atto in Ucraina, alle porte dell’Europa. Ci sentiamo impotenti a fermare questa follia, che sembra aver imboccato una strada senza uscita. Credo però che qualcosa possiamo fare.
Innanzitutto siamo chiamati ad aprire gli occhi su ciò che accade continuamente nel mondo, ma normalmente evitiamo di guardare: quante guerre dimenticate – della Siria, ad esempio, non si parla più… –, quante ingiustizie, violenze, oppressioni, persecuzioni, in paesi lontani ma anche nelle nostre città! L’umanità desidera vivere nella giustizia, in armonia e pace, e tanti grandi uomini hanno dedicato la vita per avvicinarsi a questo obiettivo, eppure nel mondo sembra sempre prevalere il male. Tutto questo riflette le contraddizioni che ci portiamo dentro: al desiderio di fraternità si affiancano il desiderio di autoaffermazione, il pregiudizio e la diffidenza, la difficoltà a perdonare, la preoccupazione eccessiva per se stessi, l’amore per gli altri imbrigliato da una lunga serie di se e ma…
La guerra, insomma, ci deve far sentire con forza il bisogno di una salvezza che ci venga donata dall’alto. Qquesta quaresima diventa così un umile riconoscimento della nostra piccolezza, che ci porti ad accogliere con nuova consapevolezza e fiducia l’annuncio pasquale: il Signore è risorto, la vita ha vinto la morte, l’amore ha vinto il male, lo Spirito Santo ci è stato donato! Per questo possiamo essere il germe di un mondo nuovo, che, come il granello di senape, cresce piano piano, in maniera poco appariscente, ma certamente cresce ed arriverà alla pienezza. Possiamo essere seminatori di speranza.
L’altra grande risposta che possiamo dare a questa guerra è la solidarietà concreta alla popolazione dell’Ucraina, e in particolare ai profughi: accoglienza, aiuto in denaro o in beni di volta in volta richiesti, tempo donato per accompagnarli nelle varie incombenze burocratiche o pratiche… Senza dimenticare le famiglie che già stiamo aiutando anche qui in parrocchia, e i poveri di ogni tipo che bussano continuamente alla nostra porta. Non tiriamoci indietro, ognuno può fare qualcosa! Buona Pasqua: che la pace del Signore risorto invada i nostri cuori, faccia crescere la fraternità fra gli uomini, spenga ogni violenza e ogni guerra nel mondo.
don Stefano Gaddini