Invito all’Assemblea Comunitaria in preparazione al Sinodo 2015

Fratelli e sorelle, rispondendo all’invito del Sinodo preparatorio dello scorso autunno abbiamo pensato di organizzare un’Assemblea Comunitaria domenica 1° Febbraio dalle ore 15:30 alle 18:30 nella sala parrocchiale.

Per volontà di Papa Francesco la Relazione finale del Sinodo è stata resa pubblica; ad essa è stata aggiunta una serie di domande (46) per conoscere la recezione del documento e per sollecitare l’approfondimento del lavoro iniziato nel corso dell’Assemblea Straordinaria. La Diocesi di Roma ha richiesto alle Parrocchie di inviare un proprio contributo entro il 5 Febbraio 2015. In tale prospettiva, il Consiglio Pastorale ha inteso proporre alla riflessione comune una selezione delle domande sulle quali si ritiene di poter dare un contributo significativo.

Le domande sono le seguenti:

24. Si è consapevoli che il rapido evolversi della nostra società esige una costante attenzione al linguaggio nella comunicazione pastorale? Come testimoniare efficacemente la priorità della grazia, in maniera che la vita familiare venga progettata e vissuta quale accoglienza dello Spirito Santo?


31. La pastorale di accompagnamento delle coppie nei primi anni di vita familiare – è stato osservato nel dibattito sinodale – ha bisogno di ulteriore sviluppo. Quali le iniziative più significative già realizzate? Quali gli aspetti da incrementare a livello parrocchiale, a livello diocesano o nell’ambito di associazioni e movimenti?


35. La comunità cristiana è pronta a prendersi cura delle famiglie ferite per far sperimentare loro la misericordia del Padre? Come impegnarsi per rimuovere i fattori sociali ed economici che spesso le determinano? Quali passi compiuti e quali da fare per la crescita di questa azione e della consapevolezza missionaria che la sostiene?


38. La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati risposati necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente «la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti». Quali le prospettive in cui muoversi? Quali i passi possibili? Quali suggerimenti per ovviare a forme di impedimenti non dovute o non necessarie?


40. Come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale? Evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione?

45. Svolgere la loro missione educatrice non è sempre agevole per i genitori: trovano solidarietà e sostegno nella comunità cristiana? Quali percorsi formativi vanno suggeriti? Quali passi compiere perché il compito educativo dei genitori venga riconosciuto anche a livello socio-politico?

L’Assemblea si articolerà in una prima parte in cui formuleremo una risposta alle singole domande, dividendoci in gruppi, e in una seconda parte dedicata alla redazione di un documento di sintesi.

Per permettere questo, in tempi così brevi, vi inviatiamo a leggere la Relazione del Sinodo che è reperibile nella sezione “La Parrocchia e il cammino del Sinododel nostro sito parrocchiale www.sanfulgenzio.it e a scegliere una delle sei domande selezionate in modo da arrivare all’incontro con una risposta scritta.

Nella stessa sezione del sito sono disponibili le riflessioni emerse nelle Assemblee parrocchiali dedicate al Sinodo straordinario dello scorso anno dalle quali sono emersi spunti utili per rispondere alle domande che vi proponiamo, di seguito ve ne diamo comunque una breve sintesi.

Domanda 24.

Riguardo alla necessità di cambiamento del linguaggio della comunicazione pastorale riportiamo una riflessione un po’ più ampia fatta in Assemblea.

C’è distanza tra:

– la dottrina della Chiesa e la vita, perché la prima manca di realismo: il modello è proposto come idealità che schiaccia, non come cammino. I giovani non riescono a confrontarsi con gli ideali proposti dalla dottrina e che i genitori cercano di vivere perché ritengono che siano modelli da loro non realizzabili;

– la gerarchia (il suo linguaggio e i contenuti proposti) e la vita reale: si sente il bisogno di una mediazione, che potrebbe scaturire da un maggior ascolto, da parte della gerarchia, dei laici e dei preti che lavorano nelle realtà parrocchiali.

Domande 35/38

– La Chiesa dovrebbe accompagnare il cammino delle famiglie sempre, soprattutto nei momenti di cambiamento (come la nascita dei figli), di difficoltà e di crisi.

– Riguardo ai divorziati risposati e alle coppie conviventi, non si chiede alla Chiesa di cedere di fronte a questa spinta della società, ma di immergersi nel mondo per affrontare le difficoltà di questo momento storico.

La Chiesa non dovrebbe chiudersi in un atteggiamento difensivo rimanendo così scollata dalla realtà, ma cercare soluzioni coerenti con il Vangelo che manifestino la misericordia di Dio.

Domanda 40.

Questa domanda sembra far riferimento all’accoglienza di persone omosessuali all’interno delle famiglie. Noi abbiamo maturato le nostre riflessioni sul tema più ampio delle unioni omosessuali in seguito all’incontro individuale ed in assemblea con alcune persone.

In tali occasioni, abbiamo avuto modo di raccogliere alcune esperienze positive e di ricerca e altre di sofferenza, tra nascondimento ed espulsione. In particolare ci hanno colpito e guidato nella riflessione una affermazione ed una domanda. La prima è “Nella mia vita ho vissuto forme diverse di relazione che ho chiamato sempre famiglia” e seconda è “Il mio amore può essere parte di un progetto di Dio?”. Sono emersi quindi la necessità di essere ascoltati nelle proprie esperienze di vita, la richiesta di essere conosciuti personalmente e non come categoria ed il desiderio di essere accolti in tutte le dimensioni della propria vita.

Riteniamo che una comunità cristiana dovrebbe trovare il coraggio di lavorare per una cultura del rispetto e del dialogo e liberarsi da condizionamenti culturali e paure. Ci sembra che non dovremmo far pesare un giudizio a priori ma far sentire che siamo parte di un cammino comune verso il Padre.

Dove richiesto si dovrebbe accompagnare la ricerca delle persone, attenti al loro bene concreto e al progetto di vita di ciascuno. L’attenzione dovrebbe essere sulla qualità della relazione e su quali siano gli aspetti essenziali di un modo cristiano di vivere la famiglia. In merito ci sembra che sarebbe da riaprire sia un dialogo nelle comunità che un dialogo teologico.

Ci sembra infine fondamentale tenere un atteggiamento ancor più prudente, delicato e accogliente verso i giovani che stanno maturando il proprio orientamento e verso i figli delle coppie omosessuali.

Domanda 45.

Si sperimenta l’incapacità dei genitori di comunicare la fede ai figli. Gli orizzonti della speranza si sono divaricati e molti giovani non hanno più una speranza che poggia sugli ideali.

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